Fail with consequence, lose with eloquence and smile..


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mercoledì 19 novembre 2014

Come il fastidio alla pianta del piede quando indossi scarpe difficili da slacciare.

Vi è mai successo di litigare con il vostro ragazzo a causa di un vostro amico?
Checché se ne dica, anche i ragazzi sono gelosi, l'unica differenza è che non se ne escono con frasi tipo "E allora vai dalla tua amichetta!!" o giù di lì.. Tranne il mio.. No, bugia, scherzo!
Lui opta per il silenzio stampa. Il silenzio che ti trasmette solo inquietudine e paura, che non ti fa capire come sia meglio comportarsi. Accidenti!
Quest'ultimo episodio appartiene a mesi fa, ma stanotte mi è tornata in mente.
Per spiegarvelo però, ho bisogno di iniziare dal principio..
Da ieri sera? No, figurati.
Da qualche mese fa? No, macché, magari..
Parlo di anni fa, dal principio di questa amicizia, sopra le righe ma sempre di amicizia si è trattato.

Ero appena uscita dalle scuole elementari dove ero, in pratica, la cocca delle maestre. La mia media oscillava tra il "Sei una principessa (con cuore)" e "Sei una regina!".. Insomma, ero carina e diligente. Io vi direi pure di non dipingermi come quella che è sempre stata una leccapiedi o giù di lì, ricordo anche di essere stata una buona amica con tutti i miei compagni, e di non essere mai stata sulle balle di nessuno.. Però insomma, non so esattamente cosa passava nella testa degli altri bimbi e se scaturivo o meno l'invidia e l'odio degli altri.. Io continuo a considerarmi piccola e tenera e immensamente buona.
Questo mio carattere e il mio candore me li sono portati anche alle scuole medie, invece la bellezza la lasciai nell'altra scuola, grazie anche a quel bellissimo taglio che mi propinò mia madre.. Parevo la sfinge.
Mi avvicinai alle ragazze di un'altra classe: snobbai (per così dire) le mie compagne per stare con la mia migliore amica delle elementari e le sue nuove compagne di classe. Devo dirlo, loro erano "quelle importanti", che divennero anche, nel tempo, "quelle facili" [Notizia utile ai fini della storia? No, però fatemelo dire!]. Con me, in questa esperienza, c'era un mio compagno di classe.
La differenza tra me e lui, e tra me e loro, era che a me non era permesso uscire la sera in centro, per decisione dei miei genitori che, nonostante tutto, mai smetterò di ringraziare per questo.
Così, pur frequentando il gruppo top della scuola, ne ero comunque sempre in parte emarginata. E ciò ovviamente causò sparlamenti vari, posizionismo strategico, gente che veniva a casa mia a "passare il pomeriggio" e poi mi diceva che dopo un'ora sarebbe dovuta andare via per vedersi con le altre.
Ci fu addirittura gente che, spinte da un senso di pietà immagino, mi si avvicinarono e mi dissero:"Sai, c'è qualcuna che parla male dietro di te, ma noi vogliamo esserti vicine!". Bello, vero?
Bellissimo al tempo, poi però scoprii che c'era anche lì qualcosa sotto.
Questa "bellissima" storia terminò il giorno del mio tredicesimo compleanno, che festeggiai con un'altra mia amica. Le invitai, e invitai anche lui. Loro mi dissero che non potevano venire, chi per un motivo chi perché non poteva essere accompagnata perché i genitori erano via.. NB-il ristorante era in centro, a tre isolati dalla via principale, e a due dalla casa di quella che mi sparò 'sta scusa.. Però io babba ingenua che ero, non ci pensai, e dissi loro che non faceva niente. Lui invece accettò, e venne.
Quel giorno, andando alla festa in auto, passammo su una strada che incrocia la via principale.
Si sa, la fortuna è beffarda, e proprio in quel momento sulle strisce pedonali c'erano loro, che aspettavano che scattasse il verde al semaforo. Le guardai, mi videro. Al ristorante quella sera solo una persona capì come stavo, senza che io gli avessi detto nulla. Lui.
Da quel giorno in poi le ignorai, se mi parlavano le rispondevo mentre le squadravo, guardandole un po' dall'alto in basso.
Da quel giorno in poi fui quella che sono tutt'ora, quella che da dei precisi confini all'amicizia, e quella che se ne frega se sei la regina d'Inghilterra, se non mi piaci, non mi faccio problemi a dimostrarlo. E probabilmente è da quel momento che ho una mimica facciale tanto varia, dopo tutte quelle facce di disgusto che mi hanno provocato!
Ma torniamo al discorso principale.. Lui. Da allora lo considero un amico, anche se non ci sentiamo mai, anche se fa il doppio gioco, non ammetterebbe mai che ci tiene, soprattutto davanti a queste qui, che lui continua a frequentare. Eppure c'è. Negli anni successivi qualche sporadica uscita l'abbiamo fatta, passeggiate passate a metterci in pari sulle cose che ci erano successe nei lunghi periodi in cui non ci vedevamo.
Ora, io non dico che sia il mio migliore amico, anzi.. Lui è un amico, una persona che c'è stata nel momento in cui mi serviva, una persona che mi ha fatto piacere conoscere e che mi è servita a cambiare e a diventare più forte, pur non avendo fatto oggettivamente nulla.

Ecco perché un ragazzo, il mio, ha fatto fatica inizialmente a capire il nostro rapporto. E non ha realmente capito perché qualche mese fa avevamo organizzato un'altra di quelle passeggiate. Così aveva risposto col silenzio, e anche io, perché neanche io trovo il modo di spiegarlo, so solo che è un rapporto di cui non deve preoccuparsi.

Il finale di questa storiella?
Stanotte il mio amico si è fatto vivo, all'improvviso, dicendomi che nonostante fossi sparita, aveva capito cosa fosse successo e ricordandomi con poche parole che "Ti voglio sempre bene.".

E in fondo è questo il sunto.. Non è un'amicizia standard, e neanche ci interessa averla, però ci teniamo comunque a questo sottile ma forte legame .
E il mio ragazzo? Ha commentato ciò che provava.. Come da titolo!

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